venerdì 16 maggio 2014

Anche in Nigeria strategia mediatica per favorire missione militare. Ci casca anche Bergoglio.


Il 15 aprile le milizie integraliste islamiche di Boko Aharam hanno rapito in Nigeria 234 studentesse.
Non è la prima violenza operata dal gruppo jihadista che negli ultimi mesi si è distinto per gli assalti alle chiese cristiane ed a scuole con attentati e stragi che hanno causato decine di morti.

Sabato 10 maggio Michelle Obama sostituisce il marito Barak nel messaggio agli statunitensi e dedica il suo intervento in occasione della festa della mamma alle 234 ragazze, ricordando che sono coetanee delle proprie figlie. L' hashtag di twitter #BringBackOurGirls fa il giro del mondo ed anche il finora sobrio papa Francesco cede al consumismo e twitta un messaggio per le 234 ragazze nigeriane solo in occasione dello spot mondiale di Michelle.

Negli stessi giorni a Parigi davanti alla Tour Eiffel un gruppo di giovani donne, tra le quali Carla Bruni e Valèrie Trieweiler, ex compagna del presidente Hollande, si fanno fotografare per solidarietà con le ragazze, un sacrificio enorme.

Sulla Stampa inizia a scriverne Chirico, dopo le sue avventure in Libia e Siria e i suoi racconti deliranti sulla rivoluzione ucraina, rivoluzione fatta anche per noi europei che abbiamo perso le radici. Ha scritto veramente qualcosa del genere, speriamo di non ritrovare come stanno facendo gli ucraini, ne facciamo volentieri a meno.

Martedì la foto delle 234 ragazze fa il giro del mondo in Italia è sulla prima di Corriere e della Stampa, in grande, su Repubblica in formato molto piccolo.

Ma Repubblica si rifà venerdì 16 con una foto enorme a commento della donna sudanese condannata per essersi convertita al cristianesimo dal islam.

Intanto i giornali più seri, Corriere della Sera e La Stampa, cominciano a scrivere anche dell' aspetto militare della vicenda, con i droni in arrivo e allargano le notizie anche della strategia occidentale verso l' Africa.

Veniamo a sapere quindi:

Della prima missione africana di Kerry, in Congo, Sudan, Angola; della base USA di Gibuti Lemonnier, sede di droni Predator, F-15, 150 incursori e 3200 soldati; dell' inizio dei voli dei droni sul territorio nigeriano, dopo le iniziali resistenze del presidente di Lagos Johnatan.

Stesso copione degli ultimi anni: uso combinato di strategie mediatiche e sofisticati (e criminali )strumenti militari.

Ma non basta più scriverne sui blog, occorre studiare seriamente queste strategie e spiegarle alle gente. Anche perchè spero che non tutti siano disposti ad essere manipoli come scemi, nonostante questa volta sia toccato addirittura a papa Francesco farsi ingannare da una campagna mediatica militare USA.


Marco Palombo

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